Ogni avamposto che si era venuto formando sul continente, col passare degli anni aveva volente o nolente imparato a convivere con gli altri gruppi venutisi a stanziare su Zero. Forse nulla era mai stato siglato ufficialmente, ma di che città in città ovunque si notavano genti provenienti da luoghi diversi. Non era strano a Salùran vedere mercanti arrivare da Veiligewe, da Twisting Falls o dalle tante altre città che erano sorte lungo quel lato della costa.
Allo stesso modo non era difficile in altre città trovare abitanti della Repubblica Mercantile che si trovassero lì per i più svariati motivi. Aveva fatto notizia in città, pochi mesi prima, delle nozze fra uno degli Oligarchi di Salùran con una gentil donzella a Twisting Falls, cosa che aveva rallegrato il Consiglio dei Pari.
Allo stesso modo, si era venuto formando per natura stessa delle cose una serie di scambi e traffici che con grande operosità e minuzia erano portati avanti dai cittadini di Salùran.
Fra questi, uno dei più impegnati era la tratta che collegava la Repubblica con una cittadina sorta sulle rive di quello che i locali avevano iniziato a chiamare “Lago Shali”. Dakhmah, così aveva per nome il borgo, godeva di una posizione privilegiata per i commerci con Salùran per via della sua vicinanza alla Stazione Sud-Est, con cui i Saluriani avevano instaurato floridi rapporti. L’estensione delle reti verso Dakhmah risultò dunque naturale.
Fu dunque un giorno di Barion del 252 che un carretto proveniente proprio dalla Repubblica si trovò per una serie di affari nella città degli Shah. Fra i barili, casse e cassoni trainati da due grossi muli trovavano spazio le più disparate merci, in cerca dell’acquirente ideale.
Quello che i cittadini di Dakhmah notarono subito, però, non fu il forte odore di spezie o la strana parlata dei due mercanti che accompagnavano la merce. Ad attirare l’attenzione generale furono i due grossi stendardi posti in coda al carretto, che lo facevano sembrare quasi un grande carro da parata, di quelli che si vedono solo in occasioni speciali. Su un lato montava una bandiera che in pochi riconobbero, con bande gialle ed un centro bianco su cui era raffigurato un fascio [OFF : not intended] di spighe.
All’altro lato una bandiera che pareva più un grosso stendardo, di quelli che si trovano appesi di che mondo in mondo alle bancarelle di ogni città. Un drappo nero faceva spazio a due grosse lettere, una P ed una R, ricamate in porpora.
Il carretto, nonostante la curiosità dei locali, continuò a svolgere i propri compiti come da contratto, consegnando merci e comprandone di nuove, siglando patti e facendo promesse, cercando sconti e battendo cassa.
Quando ormai il sole iniziava a calare e gran parte dei contratti erano andati a buon fine, ai due Saluriani non restava altro che un ultimo compito da svolgere. Si recarono al gran palazzo che dominava la cittadina, ne erano rimasti estasiati per tutto il giorno e finalmente avevano la scusa per avvicinarsi ed ammirarlo un po’ più da vicino. La costruzione li lasciò a bocca aperta.
Dunque, ripresisi da tanta meraviglia, proseguirono con il loro compito e giunti ai portoni d’ingresso il primo dei due, un anziano bassino e barbuto che pareva un nano ma era umano, estrasse dalla giacca una busta, porgendola ad una delle guardie all’ingresso.
“Da un governo di una terra lontana al governo di questa terra qua!”, annunciò consegnando. Dunque i due mirarono nuovamente la grande struttura ed andarono in locanda a passar la notte, dopo aver messo al sicuro le merci restanti.
CONTENUTO DELLA LETTERA NELLO SPOILER.
REPUBBLICA MERCANTILE DI SALURAN
GRAN CONSIGLIO DEI PARI
All’attenzione della spettabile e stimatissima assemblea degli Awilum,
Speriamo che la presente vi raggiunga consegnata dalle mani fidate dei nostri mercanti e che vi trovi in pace, ricchezza e salute.
Da che si arrivò sul nuovo continente, chi per un mezzo chi per altro, le relazioni fra gruppi diversi furono molteplici ma mai seguite da reale interesse gli uni per gli altri. I nostri intenti, dunque, sono di porre un cambiamento a tale consuetudine della disconoscenza.
Durante un recente viaggio presso la già da voi ben conosciuta Veiligewe, un nostro mercante fece ritorno con un interessante dono per il Consiglio. Aveva portato con sè una mappa del continente aggiornata al 252, di quelle di pregevole fattura prodotte dalla Gilda degli Esploratori che noi tutti conosciamo.
Scrutando la minuzia e la precisione nella realizzazione di una tale opera, anche se ancor lontana dal poter essere paragonata all’ultimo capolavoro cartografico di Mastro Sargon Stardel di cui gelosamente conserviamo copia d’archivio, notammo un curioso cambiamento rispetto alle precedenti edizioni.
Per la prima volta da quando la Gilda si è cimentata in realizzazioni cartografiche, due altri insediamenti sono riconosciuti e segnati su di essa. E tali sono proprio Salùran e Dakhmah. I mercanti dal Nord ed i seguaci degli Shah al Sud. Due realtà sì distanti ma già, come il pervenirvi della presente speriamo possa dimostrarvi, in stretto contatto.
Risulta dunque conveniente, e converrete con noi nel notarlo, per ogni moderno centro di potere ed influenza regionale, riconoscere vicendevolmente i rispettivi domini, istituzioni, popoli, culture, modi, tradizioni, linguaggi, storie.
Speriamo che il pervenirvi della presente a ridosso dell’anniversario della fondazione dell’Interregno, il prossimo 21 Barion, possa essere da voi interpretato quale segno di cortesia, stima, rispetto.
Congedandoci con la speranza di un futuro riscontro,
In rappresentanza del Consiglio dei Pari,
Il Primo Intendente,