Esempio di GDR Background, grazie a Voidraven13
- Nome: Thralin Vanen
- Data attuale: 1052 (secondo datazione nanica) - 100 (secondo datazione standard)
- Data di Nascita: 1019(secondo datazione nanica) - 67 (secondo datazione standard)
- Razza: Nano
- Storia:
Il sole stava tramontando e le fiamme erano ormai spente, solo qualche tizzone ardente rischiarava ancora quella che era stata la pira funeraria di mio padre.
Le ultime persone stavano ancora passando a porgere i loro omaggi al veterano defunto e si avvicinava l’ora di eseguire il mio dovere come nuovo rappresentante della famiglia Vanen.
Dover aver eseguito un rapido cenno col capo al mio compagno d’armi, in permesso nelle capitale per accompagnarmi alla cerimonia funebre, mi avviai verso la pira puntando il sacerdote che ricambiava serenamente il mio sguardo.
«Ben ritrovato Thralin, sono lieto di ritrovarti forte e cresciuto, Grodot deve aver avuto una punta di riguardo nella tua crescita. Quando vuoi, andiamo a prendere ciò che ora è tuo di diritto» la voce del sacerdote Irghul non era cambiata negli anni, era sempre stata capace di infondere calore e serenità a fortunati ascoltatori.
«Se lei e d’accordo, Maestro Irghul, andiamo subito, chi voleva ricordare le gesta del mio onorato padre lo ha già fatto, e la sua anima già riposa al tavolo dei Veterani di Roghyat. Non vedo alcuna ragione di tardare ciò che deve essere fatto secondo le tradizioni.»
Ci avviammo dunque alla base della pira per raccogliere quella che noi nani definiamo “Pietra Degli Avi”.
Secondo gli antichi scritti seguiti dalla parte più estremista di Roghyat è tradizione bruciare il corpo dei Nani defunti nelle calde fiamme di Grodot, consentendo all’anima del caduto la pace nell’aldilà. Se il nano in questione è un soldato, di professione e non solo perché sta rispettando i 10 anni obbligatori di servizio, allora insieme al corpo vengono fatte fondere le armi cerimoniali della famiglia lasciando che i suoi resti si uniscano al metallo ed alle ceneri dei suoi avi caduti in battaglia. La sfera viene quindi consegnata tramite le mani di un sacerdote di Grodot al membro maschio più anziano della famiglia che dovrà provvedere a farne forgiare una nuova arma cerimoniale.
Essendo primogenito della famiglia spetta a me l’onore e l’onere della custodia della sfera e della successiva forgiatura.
La cerimonia di consegna non durò molto e gli ultimi raggi di luce stavano ancora illuminando la corona di roccia che circonda Roghyat.
I resti della pira vennero gettati in una delle pozze di lava vicine alla zona delle cerimonie funebri e nulla più rimase in questa terra di mio padre oltre i suoi preziosi insegnamenti e le sue ceneri nella sfera che porto appesa alla cintura tramite una borsa di scuro cuoio ben lavorato.
Ricordo che quando ero ancora un giovane sbarbato nano agognavo il momento in cui fosse toccato a me esibire l’arma cerimoniale della nostra famiglia durante le parate dell’esercito, credevo non esistesse onore più grande, e probabilmente molti miei coetanei lo credono tuttora.
Sia ben chiaro che non ripudio questa affascinante tradizione, ma mai mi sarei aspettato che quel bastardo di mio padre morisse così presto. Aveva sicuramente i suoi anni, e considerando l’età media di noi nani non si può ritenere che sia morto prematuro, ma chi lo conosceva avrebbe giurato che l’età era solo un numero insignificante per mio padre.
A 63 anni il suo corpo sembrava non voler ancora cedere al peso del tempo e delle fatiche militari. Aveva raggiunto il massimo rango militare ottenibile per nobiltà già a 40 anni e da allora era tornato raramente nella capitale, impegnato in pattugliamenti e scaramucce con banditi e predoni.
Per uomini ed elfi probabilmente la sola idea che vi sia un soldato così vecchio in campo risulta ridicola, d’altronde loro non possiedono nemmeno un briciolo della forza e della resistenza della nostra nobile razza.
Alla sua veneranda età riusciva ancora a far volteggiare il suo pesante martello di guerra come fosse stato un esile ramoscello. La furia con la quale utilizzava la sua arma incuteva timore nei suoi soldati e terrore nei suoi sventurati nemici .
C’era chi giurava fosse stato benedetto dallo stesso Grodot per mantenere una tale forza e lucidità.
Eppure anche lui alla fine aveva ceduto al richiamo del traghettatore durante quella che era stata la sua ultima spedizione a capo di una delle compagnie del suo reggimento .
Stavano inseguendo dei predoni che avevano depredato un piccolo villaggio al confine dei territori di Roghyat ormai da qualche giorno quando li trovarono per puro caso mentre bivaccavano in riva ad un fiume.
Avevano sottomesso velocemente tutti i briganti, sprovvisti di stregoni e curatori, uccidendone una buona metà ed imprigionando i restanti. Nessun morto da parte nostra e giusto qualche taglio procurato.
L’unica ferita poco più seria se la era procurata mio padre, che aveva caricato per primo, come di sua stupida consuetudine, il piccolo accampamento dei briganti mulinando il suo pesante martello. Sarebbe bastata la presenza del suo personale medico a pulire e purificare la ferita da eventuali veleni ma, per volere degli dei, in quella spedizione il suo personale medico non aveva potuto seguirli, costretto a restare a Roghyat dove avrebbe dovuto aiutare con urgenza dei soldati feriti durante una imboscata. Era rimasto quindi solo un giovane guaritore, che si era appena arruolato nell’esercito, e nella sua inesperienza e inadeguatezza non era stato in grado di valutare correttamente la ferita, rimarginandola semplicemente senza preoccuparsi di pulirla.
Il taglio aveva rapidamente fatto infezione, probabilmente aiutato da qualche sostanza velenosa, e mio padre si ritrovò da possente e maestoso veterano di anni di servizio militare ad un morente vecchio, stanco di vivere e combattere, torturato da febbri infernali. Morì pochi giorni dopo, durante il viaggio di ritorno mentre veniva trasportato su un carro il più velocemente possibile.
Io ero di servizio a Roghul in quei giorni, un piccolo insediamento nelle Lande Rocciose, quando mi arrivò il messaggio che ne annunciava la scomparsa. Il giorno stesso mi ero ritrovato a viaggiare al fianco di uno dei miei più fidati e vecchi amici alla volta della nostra maestosa capitale.
Il destino spesso ci investe nella sua imprevidibilità con tutta la sua gelida realtà.
Due sere fa ero comodamente seduto al tavolo di una qualche calda locanda, con il solo impegno di trincare quanta più birra possibile e di godere quanto più me lo permetteva il mio fisico della compagnia di qualche giovane e prosperosa nana di cui sinceramente non ricordo ne nome ne volto. L’unico obbligo era di far ritorno entro l’alba all’accampamento per la consueta ispezione dell’equipaggiamento.
Ed ora eccomi qua, fermo davanti a quella che un tempo chiamavo casa, solo e al freddo della notte, con una pesante sfera di metallo che dondola fastidiosamente dalla cintura.
Forgiare l’arma cerimoniale, fare compagnia alla mia povera madre, istruire i miei fratelli sui loro compiti ed assicurarmi che rendano onore alla loro famiglia, provvedere agli averi ed alle proprietà lasciate da mio padre e molto altro.
Il tutto andrà fatto il più in fretta possibile per tornare al più presto alla mia adorabile vita da soldato di professione.
Spero solo che tra una cosa e l’altra avrò il tempo per una birra. E perché no, anche per qualche piacere in più con una di queste giovani, prosperose e provocanti nane della bella capitale.
Questo è un background gdr che fa riferimento diretto al continente di Exilias, nel vostro background dovete tenere conto del fato che non siete più a Exilias e sono passati più di 100 anni.