Miti e Leggende di Dakhmah

Stardel

Dakhmah è una città giovane, ma già ricolma di miti e leggende sulla sua fondazione. Oggi raccontiamo una storia fatta di piume e mattoni.

GLI UCCELLI DI DAKHMAH
Il giovane Iago, muratore impegnato nella costruzione di quello che sarebbe poi diventato il Palazzo degli Awilum, era un appassionato di uccellini. Sognava un giorno di possedere una grande voliera dove custodire tantissimi volatili colorati ma vista la sua umile mansione al momento poteva mantenerne solo due. Siccome non voleva mai separarsene e amava lavorare accompagnato dal melodico canto dei suoi pappagalli, tutti i giorni portava con se i suoi amici piumati in un piccola gabbietta mentre impilava mattoni ed erigeva muri. I suoi colleghi di lavoro però non sopportavano i costanti cinguettii degli uccelli, quindi un giorno, mentre Iago era distratto, decisero di rapirli. Il giovane muratore, disperato, cercò i suoi amati uccellini per tutto il cantiere ma non riuscì a trovarli, così si appellò alla preghiera e chiese agli Architetti aiuto per ritrovare i suoi amati pennuti ma, non ricevendo risposta, se ne tornò a casa abbattuto.
Il giorno dopo però, tornando a lavoro come tutte le mattine, Iago rimase a bocca aperta. L’intero cantiere era ricolmo di uccellini di ogni forma, colore e aspetto! Così nacque la Real Voliera di Dakhmah, costruita in onore degli Architetti.

Leotred

Il Giardino degli Architetti

Erano giorni di nascita a Dakhmah, la fondazione procedeva e il popolo era felice di vivere, impegnato a costruire il domani. Il non-ancora Awilum Zoroastro supervisionava la costruzione di uno dei giardini laterali del Palazzo di Dakhmah, godendo dei frutti della sua fatica che si palesavano davanti a sè in ordinate aiuole e cuscini di azalee gonfi di fiori profumati. Si sedette un istante, per bearsi della pace portata da quella oasi in stasi, separata dalla frenesia cittadina. Ad un tratto si addormentò all’ombra di una grande Azalea…E nell’onirico viaggio vide forme umanoidi apparire nel giardino, che danzavano ed elargivano verdi doni alla natura. Zoroastro sentì voci conosciute e sconosciute, affrettarsi alle sue orecchie a tessere le lodi di quella piccola meraviglia verde. L’elfo si risvegliò con la ferma convinzione che le azalee del giardino erano più fiorite, il prato più verde, e una piccola balla di paglia era apparsa sotto l’ombra di una grande azalea. Dakhmah dedicò il giardino agli Architetti.

Brodsko

Il culto locale di San Grugnazio

Grugnazio era un umano benedetto dagli Architetti, che lo guidarono in tutta la sua vita, consigliandogli sempre la giusta cosa da fare, tanto da meritarsi il soprannome di Santo.

Si dice che Egli fosse il migliore nel prendere le offerte al tempio, tant’è che ancora oggi è motto popolare ripetere “A San Grugnazio, caccia il dazio.”

Altresì si racconta che fosse molto in carne e sempre appetente. Proprio per questo, quanto ci si riferisce a quantità considerevoli di cibo, si dice che “sarebbe sazio anche San Grugnazio.”

Sempre relativamente a questa sua caratteristica, questa volta in relazione al volume occupato, è motto di spirito dire “Talmente tanto spazio che ci sta San Grugnazio.”

Infine, è buona norma invocare il suo aiuto esclamando “Che strazio, aiutami San Grugnazio!”