· Nome: Ruthvald Adrerikath
· Data attuale: 251
· Data di Nascita: 226
· Razza: Umano
· Storia:
«È un maschio! È un maschio», gridarono gioiosamente le levatrici alla nascita del maschio di Aryuts Adrerikath. Il bimbo era robusto, aveva due occhi di ghiaccio, quello di sinistra si distingueva per via delle parti gialle, caratteristiche del casato.
Aryuts strappò dalle braccia della madre il piccolo e lo portò alla prua della Albedo, voltato verso la gente alzò verso l’etere il figlio e tuonò: «Questo è il figlio mio, nelle sue vene scorre il sangue degli Adrerikath e della mia adorata, alla mia morte sarà lui che guiderà l’Albedo in questo viaggio infinito.».
Ruthvald Adrerikath nacque il 226 durante la traversata verso una nuova terra visto che Vorkale fu investita da una grandissima carestia 140.
I Tre Condottieri ai tempi di Vorkale utilizzarono tutte le risorse utili nella costruzione di 3 navi che attraversando i mari, conosciuti e senza nome, avrebbero iniziato la ricerca di un futuro per il Vorkaliani.
Arrivarono persino a diboscare l’intera foresta che cingeva la città, rimase solo una grande distesa di terra. Un mare di verde e i solchi nel terreno lasciati dalla caduta dei pesanti tronchi.
Dagli alberi della foresta di Vorkale nacquero la Nigredo, l’Albedo e la Rubedo, le Tre Sorelle.
Ai tre capifamiglia dei casati della ‘Fortezza’ fu affidata la dura missione di portare in salvezza il futuro dei cittadini, solcando il mare con le tre grandi navi. Il principe era morto, il popolo in subbuglio per questo per i primi anni di governo fu arduo era soddisfare le sue esigenze. I tre condottieri furono messi a dura prova, doverono guardare al futuro ma già erano sollevati per essere riusciti a trovare una soluzione anche se temporanea, erano più che fieri del varo delle tre grandi navi. Non sapevano quanto sarebbe durato il viaggio né tantomeno se sarebbero arrivati. Su ogni nave fu caricato ⅓ della popolazione, i viveri rimasti nella città, gli utensili nuovi e usati, armi e libri.
“A Gregon Adrerikath venne affidata l’Albedo. Una nave splendente con le vele di perla. Lo scafo tagliente, bianco come la luna e puro come un bambino. Le rifiniture di argento nel timone che riflettono i raggi del sole. Lo scafo scuro con un meraviglioso cornicione dove erano stati intagliati dei motivi poi colorati con un leggerissimo velo di pigmento bianco e rifiniti con l’argento puro. Il bompresso sembra fendere l’orizzonte infinito.
Una piccola biblioteca dove vennero custoditi libri sull’istruzione elementare, sulla storia di Vorkale, sui mestieri e le tecniche.
L’Albedo anche detta “Cigno” o “Sole”, è più grande della Rubedo ma più piccola della Nigredo.”.
Sin da piccolo Ruthvald dimostrò bravura nei lavori manuali, iniziò dall’intaglio del legno e finì col passare degli anni a dirigere il gruppo di manutenzione della nave. Apportò personalmente la manutenzione e alcune modifiche estetiche e funzionali alle librerie della biblioteca a soli 14 anni.
Il padre li tramandò alcuni dei suoi valori e alcuni tratti di personalità: l’onestà, la resilienza ed il pensare stando in silenzio.
Venne istruito sin da subito, dovette imparare le differenze tra le varie razze, la politica e la storia di Exilias e le usanze di Vorkale.
Compiuti 11 anni la sua istruzione fu incentrata sull’arte del combattere, sulle materie elementari, sullo studio del bestiario del vecchio continente e sulle basi da fabbro. Cercò di svolgere da solo la maggior parte dei suoi studi e di metterli in pratica con incudine e martello. Non riuscì quasi mai a realizzare le sue teorie ma iniziò a capirne il motivo per il quale non si concretizzassero.
Dai 13 anni in poi studiò come voluto dai Tre, assieme ai figli della Casata Bragas e della Casata Vitalea. Legò quasi subito con i due, dopo i primi 4 mesi già si fidavano l’un l’altro. Nel tempo libero iniziarono assieme a vagheggiare idee di come i loro padri avrebbero risposto ai problemi che si sarebbero presentati alle navi.
Nella biblioteca dell’Albedo assieme a Farquhar trovò un libro “La fu Vorkale”. Sopra v’era il simbolo di una testuggine accerchiata da un colore azzurro macchiato dalla pece e racchiuso da delle decorazioni in argento.
Nel giorno del 16° anniversario della nascita di Ruthvald, il padre donò lui un piccolo libro. Aveva la copertina di cuoio scuro, rilegato con un sottile filo nero sfilacciato, sul fronte del libro vi era inciso l’araldo degli Adrerikath e nella prima pagina c’era la firma di Gregon Adrerikath, mastro fabbro di Vorkale.
Lì v’erano tecniche tramandate solo all’interno del casato e ciò che mancava a Ruthvald per completare le sue conoscenze basilari di fabbro e accendere in lui una ferrea passione per il lavoro del metallo.
Durante la traversata affinò le sue tecniche di lavorazione del legno e divenne una sorta di carpentiere, finì grazie al libro donatogli dal padre gli studi della nobile lavoro di fabbro ma necessitava di pratica.
Il sole batteva sul ponte dell’Albedo quel giorno. Le vele bianche come una collana di madre perla riflettevano quella luce, alcuni stormi di uccelli caddero in mare per via del bagliore. La gente era stanca, in dialetto maledicevano una tempesta durata 18 giorni dalla quale erano appena usciti. Erano muti, silenziosi come fossero stati in preghiera. Se qualcuno avesse parlato in quel momento sarebbe stato sentito anche dagli uomini in coffa. Ci si guardava, alcuni si fissavano negli occhi per 10 secondi per poi distogliere lo sguardo. C’era pace.
Quell’attimo infinito fu rotto dal grido violento di un’anima appostata sull’albero maestro della Nigredo.
“TERRA!! TERRA!!!”
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