Era tradizione sulla Parmas Reja che al primo mutar delle correnti gli anziani si assumessero il compito di radunare i più giovani, riservando loro preziosi racconti ed insegnamenti come avevano a loro volta ricevuto in gioventù. Da che tutti, però, avevano poggiato i propri piedi sulla terraferma, si iniziò a prendere come riferimento l’ingiallire delle foglie e quella a chiamarsi “Festa di Mazàrol”, in onore all’omonima figura mitico-folklorica che si dice sulla Nave-Colonia avesse dato inizio alla tradizione.
Come ogni anno accadeva per il Mazaròl, allora, gli anziani della città iniziarono fin dalle prime luci dell’alba a girare per le strade e per i canali di Salùran, brandendo randelli e mazzuolando tegami, creando un baccano infernale che serviva a chiamare a raccolta i vari giovinetti del borgo.
“Smonta de tu Caxa, Zovane! L’è Tenpo de scoltar i veci!” Andavano gridando in Dialetto Ghesbò. Una cantilena che durava ore, fin quando ogni viuzza ed ogni vicolo non fosse stato battuto a suon di richiami e randellii.
A gioventù riunita, questi erano posti a circolo sulle sponde del canale, gli anziani a turno in mezzo, e partivano i racconti.
[*Per facilità di tutti d’ora in avanti i dialoghi saranno espressi in Comune, ma questi nella realtà dei fatti avvengono quasi esclusivamente in Ghesbò stretto.]
“Immaginate di essere una spiga, grande, forte, rigogliosa, pronta alla mietitura… insieme a mille altre simili a voi. C’è chi finirà in una sana e nutriente pagnotta, chi nutrirà i nostri imponenti bovini, chi fermenterà e farà di sè parte del nostro Sbritz. Qualunque sia il destino di quelle migliaia di spighe un tempo tutte simili ed uguali, nessuna di loro potrà dirsi inutile o di scarso valore, perchè tutte hanno contribuito al grande progetto che per loro Självit aveva tracciato” Iniziava così il racconto di Lukas Szàja, uno dei Pari con seggio al Consiglio, fra i più anziani.
“E’ il mare la nostra vera natura, giovani miei. Da che per decenni navigammo anche ora che disponiamo di così tanta e fertile terra, continuiamo a prendere il mare. ‘Solcare gli Orizzonti!’ è la frase che veleggia orgogliosa sul pennone delle nostre navi. E quindi solcateli, domateli e fateli vostri” Era l’introduzione ad una storia di marineria del Vecchio Sebastien Wenièr, fra i più esperti capitani della Marina Saluriana.
I racconti si susseguirono fino al calar del sole, fra storie mitiche, mostri marini, massime spirituali, ammonimenti comportamentali ed avventure di ogni tipo. Ma non erano solo i giovani e gli anziani a mobilitarsi nel Mazaròl.
Durante tutta la giornata un via-vai di persone aveva portato Piazza Spiga ad illuminarsi a festa, piena di lanterne colorate, festoni, ghirlande, bancarelle e tendoni. Al ritorno dei giovani, sarebbe iniziata una grande festa con banchetto, per ringraziare i tanti mesi di mare calmo e vento abbondante.
Jor Jone, Festa di Mazaròl a Piazza Spiga, 248.