Nome: Ikarius Barid;
Data attuale: 261 (secondo datazione standard)
Data di Nascita: 236 (secondo datazione standard)
Razze: Ether
Storia:
Della foresta ho sempre apprezzato il respiro degli alberi: il silenzio rotto solo dal fruscio del vento che smuove debolmente le foglie dei rami più alti degli alberi crea in coloro che si trovano in essa un senso di calma e tranquillità. Quella notte, tuttavia, non potei godermi il silenzio meditativo di essa perché il mio ansimare, causato dalla mia corsa frenetica, riempiva le mie orecchie. In quello che era sempre stato il mio rifugio sicuro, che mi proteggeva dalle problematiche quotidiane, per la prima volta, la paura mi assalì e, ad ogni bastoncino spezzato, il mio sguardo si mosse a destra, a sinistra e alle mie spalle, perché temevo che il mio inseguitore riuscisse a prendermi. La mia comunità lo chiamava “Maestro” ma in realtà era un ripugnante mostro che “istruiva” i giovani Etheri come me costringendoli a soddisfare ogni suo piacere. Non poteva essere quello il mio futuro! Non ero intenzionato a passare il resto della mia infanzia ad essere il pupazzo di un anziano e subire ulteriori abusi!
Mi opposi e il Maestro mi mise in un cantina fredda e buia, dove l’unica fonte di cibo erano gli avanzi da lui lasciati alla fine di ogni mese; colsi l’occasione della mia prova per aprirvi la strada verso la foresta più vicina e continuai a correre per tutta la notte.
Le prime luci dell’alba illuminarono le alte cime degli alberi alle mie spalle, quando uscii finalmente dalla foresta mentre nella distanza vidi il fumo di un accampamento: ero finalmente al sicuro. Solo allora sentii per la prima volta di essere libero.
All’accampamento trovai il corpo di esplorazione di una neo nata città stato: Ramil Raqiq, mi portarono alla capitale e lì intrapresi la mia carriera di bibliotecario; inoltre, grazie alla mia elevata istruzione riuscii a farmi tenere in considerazione dai potenti della città, che mi accettarono come diplomatico nel loro Consiglio.
In quest’anno le volte a cui ripensai al mio passato furono poche perché mi sono impegnato profondamente nel mio impegno politico in Ramil, giorno e notte, perché ogni volta che chiudo gli occhi ritorno in quella cantina maledetta. Spero solo che i miei incubi non diventino realtà…