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Palazzo dei Consiglio, Sala dei Ricevimenti,
Il Prosperoso Regno di Arvintar aveva da poco festeggiato il cambio di anno e per l’occasione aveva invitato dei diplomatici di Ramil affinché si potesse iniziare il nuovo anno migliorando i reciproci rapporti, i due stati si potessero accordare per un futuro fiorente nell’est del continente di Zero. Il popolo festeggiava questo arrivo come qualcosa che avrebbe portato ricchezze, era gioioso delle scelte che fino a questo giorno i Triarchi presero e soprattutto di questa iniziativa.
Da parte di Ramil furono mandati l’On. Enel, rappresentante dei borghesi di Ramil e 4 dei suoi subordinati.
La notte calò sulla capitale, le nuvole coprivano la luna piena e tra le genti, degli uomini incappucciati insorsero e si diressero verso il Palazzo del Consiglio.
Tagliarono la gola alle guardie all’entrate e sulle scale, prima della sala del ricevimento. Una delle guardie riuscì a scappare al piano di sopra dove si stava tenendo un banchetto; i musichi fermarono di suonare, le altre guardie all’interno della sala si misero in guardia e sguainarono le spade: Arvintar era sotto attacco.
I soldati delle torri fecero squillare le campane, ciò significava che avevano avvistato un’armata avvicinarsi.
Alcuni degli assassini entrarono nella Sala. Uccisero l’On. Enel e 2 dei suoi subordinati, il Capitano della guardia cittadina e tre delle 8 guardie che erano all’interno della sala.
Gli assassini del palazzo furono uccisi. Dalle torri arrivò un soldato, disse che le armate portavano gli stendardi dell’Avalon.
I Triarchi assieme ai diplomatici di Ramil si diressero verso Onirium con le ultime navi, le guardie erano state colte di sprovvista visto che non era stata dichiarata formalmente guerra. La flotta Arvintariana era in acque lontane, l’esercito era in parte stato diminuito affinché si potesse aumentare il tenore di vita nel Regno e per il resto era in terra straniera per costruire nuovi centri cittadini e per pacificare delle zone controllate da briganti.
Fu sera e fu mattina, molti civili vennero fatti scappare attraverso il mare, le porte della città vennero sfondate, le guardie cittadine senza un comando capitolarono dopo poco e Arvintar fu occupata. La cittadinanza guardava con disprezzo l’esercito occupante, i familiari delle guardie e di coloro che furono uccisi non provavano altro che odio per i vili occupatori.