Storia:
«E’ ora?» chiese impaziente Redondo.
«Sì, purtroppo per me.» rispose Axel Vernon con una nota di amarezza nella voce.
«Ah finalmente… Oggi non finiva davvero più! Buon lavoro.»
E così facendo Redondo si sgranchì la schiena, raccolse i suoi attrezzi da lavoro e si diresse verso casa, contento per la fine del turno di lavoro.
«Dondo! Finalmente sei tornato.» urlò di gioia il fratellino Orfeo.
«Eh già, finalmente a casa. A te com’é andata la giornata?»
Orfeo Oreonson, fratellastro di Redondo da parte di madre, aveva ormai 12 anni. I due, malgrado non si somigliassero affatto, erano molto legati, soprattutto da quando si era spenta loro madre due anni prima, costringendo difatti Redondo a diventare genitore.
«Benissimo, oggi il maestro ci ha portati a visitare la biblioteca.»
«Fantastico. Ti sei divertito?»
I due continuarono a chiacchierare fino all’ora di cena, dopodiché Orfeo si addormentò e Redondo ne approfittò per scrivere due righe nel suo diario.
25 Deterion 241
Padre, sono passati ormai quindici anni da quando ti ho perso su quella maledetta nave, ero ancora piccolo e ammetto di non ricordare con precisione nemmeno il tuo viso, tuttavia ricordo bene quel che mi dicevi.
Mi raccontavi dei problemi che c’erano su Exilias, la povertà e la fame che affliggeva la gente, tutte cose che neanche tu avevi visto, nato e morto sulla Veiligewe. Se tu fossi qui ora vedresti che la situazione è migliore, ma le catene che imprigionano l’uomo sono sempre le stesse.
E madre, dovresti vedere come sta crescendo Orfeo, vorrei tanto che tu fossi qui per vederlo crescere.
Madre mia, quanto mi manchi.